L’agopuntura migliora l’attivazione delle aree funzionali del cervello nelle vittime di ictus ischemico. È quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori della Scuola di Medicina Tradizionale Cinese (MTC) alla Southern Medical University in Cina e pubblicato sulla rivista Neural Regeneration Research.
Chi viene colpito da un ictus ischemico, spesso riporta danni invalidanti. A seconda delle aree interessate dall’evento si può perdere – in parte o del tutto – l’uso di uno o più arti, della parola e così via. I soggetti in queste condizioni possono in parte ritrovare le facoltà perdute per mezzo di interventi di riabilitazione. Tuttavia, non sempre e non in tutti questi trattamenti si ottengono i risultati cercati.
Gli studiosi si sono concentrati su un contesto patologico, coinvolgendo 16 pazienti che avevano subìto un ictus ischemico – il più comune degli ictus, che si caratterizza per l’ostruzione di un’arteria cerebrale che blocca l’afflusso di sangue al cervello.
I risultati dello studio hanno mostrato che sia l’agopuntura Waiguan (SJ5), che la finta agopuntura (sham) sono in grado di attivare o disattivare le cosiddette “Aree di Brodmann”. I ricercatori hanno confrontato gli effetti dell’agopuntura nei punti Waiguan e sham, trovando che l’agopuntura Waiguan è risultata capace di agire maggiormente sulle aree di Brodmann.[/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]