Il 18 novembre 2013, quando al tempo ero quasi all’ottavo mese di gravidanza, ho letto sul blog di Gaetano l’esperienza del parto di Monica “Con dolore partorirai i figli…ma non sempre“.
Leggendo di questa magnifica esperienza mi sono chiesta se anche io sarei stata così fortunata da vivere il mio parto in modo così positivo. Credo che come tutte le future mamme l’avvicinarsi della fatidica data presunta metta un po’ di paure e dubbi. Io ne avevo di diversi: “chissà che dolore dovrò soffrire” – “ma sarò in grado di gestire la situazione?” – “Maia (la mia bimba) starà bene?” – “capirò quando è il momento di andare in ospedale?”…e tanti altri dubbi e paure.
In realtà quando è stato il momento, la natura, l’istinto e la preparazione dei mesi precedenti (insieme ovviamente a Maia e al mio compagno) hanno lavorato al mio fianco: alle 4 della notte tra il 20 e il 21 gennaio ho iniziato ad avere le prime contrazioni: irregolari e gestibili come un mal di pancia 😀 . Sentivo il mio corpo che poco alla volta si adattava alle contrazioni che nel corso della giornata aumentavano di intensità, percependo durante e fino alla fine di questo processo come la respirazione sia stata fondamentale per viverlo al pieno del suo significato intrinseco.
Da quando avevo scoperto di aspettare un bambino, con Gaetano abbiamo impostato un percorso di preparazione al parto inserendo esercizi di yoga mirati alla mobilità del bacino e trattamenti osteopatici volti a rafforzare l’efficacia degli esercizi svolti. Attraverso questi incontri e durante la preparazione individuale a casa ho imparato a respirare e ad ascoltare il mio corpo (oltre al fatto che ho passato una gravidanza fantastica senza neanche un mal di schiena).
Credo che questa preparazione sia stata fondamentale, perché in modo del tutto naturale senza farmi prendere dal panico, quando il momento è arrivato ho accolto il dolore assecondandolo attraverso la respirazione. Per tutto il travaglio attivo e la fase espulsiva il mio unico pensiero era che la mia bimba stesse bene e mi concentravo per fare il possibile per evitare a lei sofferenze…il dolore non l’ho “quasi” percepito….e alle 2.14 della mattina del 22 gennaio il mio angelo dagli occhioni blu mi guardava appoggiata sulla mia pancia.
Rivivrei oggi ogni singolo momento di quella giornata che mi ha portato a contemplare, in lacrime, abbracciata al mio compagno, quei meravigliosi occhi blu.
Auguro a tutte le future mamme di vivere il loro momento del parto come l’ho vissuto io e soprattutto “niente panico”…è un’esperienza meravigliosa per poter abbracciare il vostro bimbo…e tutte le fatiche dei 9 mesi, le contrazioni, le spinte etc etc, valgono quell’unico primo istante in cui i vostri occhi incontrano i suoi.
Federica